Le istanze e le preoccupazioni rivolte dal settore canapa industriale al MISE

Egregio On. le Di Maio,
Le indirizziamo la presente sia in qualità di Ministro dello Sviluppo Economico sia in qualità di capo politico del partito di maggioranza di governo al fine di appresentarLe quanto segue.
Come saprà, la L. n. 242/2016 reca norme per il sostegno e la promozione della filiera agroindustriale della cannabis sativa L. e, come tale, ha consentito uno sviluppo notevole di tutto il settore della canapa industriale sia sotto il profilo agricolo sia sotto il profilo commerciale.
Basti pensare che in poco più di 2 anni abbiamo assistito alla nascita di circa 1500 aziende agricole e commerciali con il conseguente indotto in termini economici ed occupazionali.
Per fare chiarezza ed evitare equivoci quando parliamo di “canapa industriale” facciamo riferimento alla cannabis sativa L. proveniente esclusivamente da varietà industriali certificate e con tenori di THC entro i limiti di legge che, ai sensi dell’art 4 della medesima il legislatore ha fissato nello 0,6%.
Quando parliamo poi di “filiera” facciamo riferimento a l’insieme degli agenti che direttamente o indirettamente operano lungo tutto l’itinerario economico di un prodotto dallo stadio iniziale della produzione a quello finale dell’utilizzazione» comprendendo, pertanto, proprio in virtù del significato terminologico non solo la fase della coltivazione ma anche tutte le fasi successive sino alla fruizione del prodotto finito.
Sulla scorta delle previsioni di legge si è quindi sviluppata una intera filiera produttiva, in molti casi su base territoriale, in grado di valorizzare i risultati della ricerca e dello sviluppo spesso in collaborazione con gli Istituti Universitari.
Ma non solo, proprio grazie alla legge, il nostro Paese ha attratto molti investimenti destinati a sviluppare ulteriormente la filiera produttiva e creare indotto ed occupazione destinati a rimanere in Italia determinando così un fenomeno in netta controtendenza con altri settori economico-produttivi nei quali, al contrario, assistiamo quotidianamente al trasferimento della produzione (e del relativo
indotto) all’estero.
Addirittura il settore agricolo ha mostrato un grande entusiasmo per la coltivazione della canapa quale coltura in grado di produrre una redditività ben superiore ad altre colture agricole tradizionali.
Grazie alla canapa molte aziende si sono salvate dal fallimento, alcune sono riuscite ad onorare la rottamazione delle cartelle esattoriale, altre ancora hanno potenziato le proprie strutture e la produzione agricola.
Il tutto sul logico presupposto di poter vendere TUTTI i prodotti ottenuti dalla canapa industriale che – per normativa comunitaria e nazionale e come correttamente rilevato la Corte di Cassazione – non è una unica sostanza stupefacente, non è una droga, bensì una RISORSA INDUSTRIALE CHE PARTE DA UNA PIANTA.
Sulla base di tali garanzie di legge molti soggetti hanno investito le proprie risorse e pianificato consistenti investimenti, ma purtroppo tutto questo sviluppo risulta frenato da pregiudizi culturali ingiustificati che si ostinano a voler insinuare il “dubbio” che in qualche modo si tratti di “droga”.
In questo modo si svilisce un intero settore produttivo, soprattutto, rischiamo di perdere una grandissima occasione. Tutta Europa sta guardando al modello italiano che ben potrebbe essere esportato e replicato, ma l’intero settore sta da tempi subendo attacchi e provvedimenti repressivi che minano quella certezza del diritto che è condizione essenziale per la crescita economica e produttiva.
Tra l’altro tali provvedimenti – invocati a gran voce da alcune forze politiche notoriamente ostili – vengono pressoché sistematicamente annullati dai Tribunali che hanno a più riprese riconosciuto la piena legalità del settore.
Ma allora che senso ha tutto ciò? Quali sono le finalità perseguite da tali politiche repressive? Se la finalità fosse la giusta tutela dell’ordine e della salute pubblica, tali orientamenti risultano allora palesemente contraddittori sia con le indicazioni dell’OMS – che ha rilevato come i prodotti contenenti cannabinoidi non psicoattivi (CBD, CBG, CBN ecc.) e con valori di THC fino allo 0,2% (per la Cassazione 0,5% sin dalla sentenza a Sezioni Unite n. 28605/2008) NON sono sostanze stupefacenti – sia con quelle della Direzione Nazionale Antimafia che ha riconosciuto come percorsi di regolamentazione nel solco della legittimità rappresentano il rimedio più efficace contro le narcomafie. Su questo l’esperienza di USA e Canada è emblematica.
D’altro canto la canapa industriale nulla ha a che vedere con le istanze relative alla legalizzazione delle droghe leggere che, come noto, non rientrano nel “contratto di governo”.
Riteniamo comunque che non vi rientri neppure ostacolare e reprimere un settore regolato da una legge vigente.
L’intero settore si trova pertanto nella condizione di riporre le proprie legittime esigenze di tutela nell’operato della magistratura che sinora ha dimostrato grande sensibilità e competenza, ma, al contempo riteniamo opportuno condividere le nostre osservazioni e le nostre preoccupazioni con Lei affinchè, quale Ministro dello Sviluppo Economico non freni lo sviluppo economico stesso e quale capo politico del partito di maggioranza di governo, impedisca che pregiudizi ingiustificati ed istanze politiche – che peraltro perseguono finalità non chiare e contraddittorie – prendano il sopravvento sulla legalità e sulla Giustizia.
Diversamente, le conseguenze per molte persone sarebbero gravissime con la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro e l’ulteriore recessione soprattutto in ambito agricolo.
Ci permetta un’ultima riflessione: quando parliamo delle infiorescenze di canapa non parliamo solamente del fenomeno “cannabis light” su cui troppo spesso si concentra l’attenzione mediatica e politica e che rappresenta soltanto una frazione del mercato di riferimento.
In realtà parliamo soprattutto degli estratti di cannabinoidi non psicoattivi che niente hanno a che vedere con la droga, nonché di una infinita serie di applicazioni in campo alimentare, cosmetico e nutraceutico.
Parliamo di un mercato per cui a livello europeo è stimato un volume d’affari di circa 36 MILIARDI di euro entro il 2021 e che, grazie alla L. n. 242/2016,(pur non avendo mai ricevuto gli aiuti economici contenuti nella stessa) siamo riusciti a porre le basi per trattenerne in Italia almeno 1/3 anticipando la concorrenza degli altri Paesi UE (Francia e Germania in primis).
Ci appelliamo pertanto a Lei affinchè tali potenzialità non vengano vanificate e disperse solo a causa di pregiudizi e concezioni retrograde.
Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento e per condividere con Lei tutti i dati ed i documenti di cui sopra anche mediante la fissazione di un incontro presso il Suo Ufficio, porgiamo cordiali saluti.
Roma, 13.05.2019
Amministrazione Jure S.r.l.
Associazione Canapa Sativa Italia
Associazione Canavese Canapa
Associazione Culturale Gli Amici di Nonna Canapa
A.S.A.A.C. – Associazione Sindacale Autonoma Coltivatori, Lavoratori e Lavorazioni Canapa
Azienda Agricola Bertoneri Emanuele
Azienda Agricola Botanica Urbana
Azienda Agricola Canapa Sativa srl
Azienda Agricola CBD Gargano srl
Azienda Agricola Davide Galvagno
Azienda Agricola La Cascinetta
Azienda Agricola Sanchez Hernandez Dolores
Azienda Agricola Terra delle Erbe
Associazione TARA
Canapa Caffè Associazione
CBD Evolution srls
Consorzio Nazionale Tutela Canapa
Cooperativa Esercenti Canapa Italiana
Coordinamento Nazionale Growshop
Easy Joint Project S.r.l.
Federcanapa
Green People sas
Green Pork srl
Hemp Evolution srls
Hemp Orio
Made in Canapa
Metalinea srl
Monkey Weed
My Joy – Mia srl
Sativa Piemonte Società Cooperativa Agricola
Semimatti BDOG Orino di Moscatelli Marco
Zenfarm